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  “Festa  di Corpo”

Nonostante l’inclemenza del tempo, anche quest’anno ci siamo ritrovati per ricordare il 58° anniversario del combattimento di CASE GRIZZANO, e per lo scoprimento della targa dedicata ai militari del Nembo periti nel tragico incidente del Ponte della Delizia il 2 marzo 1966.
E’ stata una cerimonia “adattata” all’interno del Palazzetto dello Sport, anche per la coincidenza di gare sportive, ma forse ce la ricorderemo negli anni a venire proprio per questa singolare circostanza.
Eravamo comunque in tanti, con la presenza di numerose Associazioni d’Arma e, fra gli altri, del Magg. Gen. Piero BEDOGNI, Comandante del Nembo negli anni 1978-1979, che non incontravamo da parecchio tempo e dell’amico Vito MARCHETTI giunto da Bari. Un grazie al nuovo Sindaco di Cervignano, Piero PAVIOTTI, il cui breve intervento è stato molto significativo e pregevole, a Massimo DELL’INNOCENTI che ha ricordato con toccanti parole l’incidente del 1966, ad Antonio TAMBORRINO che ha riportato agli anni gloriosi del Nembo nell’immediato dopoguerra, recitando un suo componimento in versi.
 

IL PRESIDENTE
Brig.Gen. (aus) Pieralberto PAGONI

 

 Grizzano, 19 aprile 1945

Case Grizzano, situate su una collina brulla e pelata che si innalza sulle alture circostanti a sud ovest di Castel S. Pietro dell’Emilia, erano apprestate robustamente a difesa, mentre a sud il solco del Gaiana, passaggio obbligato, era disseminato di campi minati.
Presidiava la zona un battaglione di paracadutisti tedeschi del 4° rgt. della 1° Divisione “GRUENE TEUFELS”, i Diavoli di MonteCassino, soldati saldissimi e aggressivi.
L’azione su Case Grizzano si sarebbe risolta, quindi, in uno scontro di ardimento fra paracadutisti italiani e tedeschi, reso ancora più significativo dal fatto che venivano a fronteggiarsi il Ten. Col. Izzo, già Cte del IV° btg par. del 186° rgt Folgore ed il Magg. Hubnec, Cte di btg. della B. par. “RAMKE”, a suo tempo schierati sul medesimo fronte ad EL ALAMEIN.
L’attacco inizialmente doveva essere eseguito dal I° btg., in 2° scaglione, ma il Cte del II° btg. chiese ed ottenne di continuare l’azione iniziata il giorno precedente.
Fu deciso di adottare per l’azione i procedimenti tipici dei colpi di mano, quindi impiego di reparti piccoli ma organizzati e capaci di sfruttare al massimo le caratteristiche di ardimento e di slancio proprie dei paracadutisti. Da qui la decisione di impiegare su Case Grizzano solo la 6° cp. rinforzata da un plotone di armi di accompagnamento, che nella notte, superati i campi minati, serrò sino a distanza d’assalto, mentre il resto del II° btg. era pronto a seguire l’azione e sfruttare il successo. Alle ore 05.30 l’artiglieria del I° gruppo/FOLGORE iniziò il fuoco di preparazione e contemporaneamente i paracadutisti del “NEMBO” partirono all'attacco, superarono il Gaiana, aprirono varchi nei campi minati ed alle 05.45 risalirono dal fondo valle le pendici del costone e piombarono su Grizzano. Alle 06.15, dopo un violento corpo a corpo nell’abitato con azione d’assalto a colpi di bombe a mano ed all’arma bianca, la 6° cp. si impossessò della maggior parte dell’abitato, mentre giunse di rincalzo un’altra compagnia con il Cte di btg. Il nemico, riavutosi dalla sorpresa, reagì immediatamente sia con violente azioni di fuoco ravvicinato dall’unico edificio di Grizzano rimasto in suo possesso, sia con fuoco di artiglieria e di mortai per impedire ogni movimento. Forze pari a due compagnie lanciarono, dalle 10 alle 16, ben quattro contrattacchi che si infransero contro la strenua resistenza dei paracadutisti del II°/NEMBO, che si gettarono in cruenti corpo a corpo e che, abbarbicati alle rovine fumanti delle case ed inchiodati al terreno conquistato, non cedettero di un passo. Verso l’imbrunire il II°/NEMBO, duramente provato, fu sostituito dal I°/NEMBO che, con un nucleo di arditi, riuscì a conquistare anche l’ultimo edificio di Case Grizzano tenuto dal nemico. Nella notte l’occupazione di Grizzano fu ampliata sino al ciglio tattico della posizione e consolidata con puntate offensive, mentre il nemico ripiegò abbandonando le posizioni ancora in suo possesso. Le perdite del “NEMBO” furono di 33 caduti, di cui 3 Ufficiali, e 52 feriti, di cui 6 Ufficiali. Nella gloriosa giornata di Grizzano, magnifico esempio di eroismo e di valore fino al supremo sacrificio per il Serg. Carlo REDDI della 6° cp., decorato di M.O.V.M. alla memoria con la seguente motivazione:

“Caposquadra, sempre in testa ai suoi uomini, conquistava una postazione tedesca fortemente difesa e, d’impeto, ne assaltava una seconda. Sottoposto a violenta reazione di fuoco che arrestava momentaneamente la prosecuzione dell’attacco, si scagliava da solo con eroica temerarietà contro gli elementi nemici. Benché ferito, raccolte le ultime forze, si slanciava addosso ad un paracadutista tedesco avvinghiandosi a lui. Nella cruenta lotta cadeva mortalmente colpito, trascinando nella sua stessa morte quel nemico a cui, con epica grandezza volle ancora ghermire la vittoria nell’estremo anelito della vita terrena. Magnifica figura di combattente freddamente determinata all’estremo sacrificio”
 
(Casalecchio de’ Conti – Bologna-, 19 aprile 1945).

(tratto dal volume “NEMBO……e per rincalzo il cuore” realizzato dal 183° rgt.par. “NEMBO” nella ricorrenza del 50° anniversario della battaglia di FILOTTRANO ed in occasione del primo aviolancio della Bandiera di Guerra – 9 luglio 1944 / 25 giugno 1994).

 Ricordo di una Festa di Corpo:
FESTA DEL NEMBO
(20 aprile 2002)

 Lo ricordo il giorno del mio congedo. Lo aspettavo da 15 mesi, ne assaporavo le sensazioni dal giorno della partenza. A casa mi aspettavano la mia ragazza, la mia famiglia, i miei amici, il mio lavoro di programmatore di computers. Con un po’ di emozione avevo salutato il Cap. Cipriani, il Mar. Santirocco, il Serg. Montalto ed i miei compagni Soffia , Santonico, Salomone e tutti gli altri.

Ero partito con un anno di ritardo rispetto al mio contingente a causa di un’epatite virale presa pochi giorni prima della partenza per il BAR di Cuneo, dove avrei dovuto prestare servizio come Alpino sciatore (la mia passione). Già pregustavo il congedo, quando la fatidica cartolina rosa mi chiama al CAR di Albenga e quindi …al 183°  NEMBO …Cervignano del Friuli. Facevo fatica a capire dove fosse quel “dannato” paese che mi portava così lontano dalle mie abitudini, che, quando arrivai a Gradisca d’Isonzo, ebbi la sensazione di aver compiuto chissà quale delitto per meritarmi un destino così. Da quando ero arrivato al NEMBO ne erano successe di tutti i colori e quei 12 mesi “buttati per niente”  mi pesavano incredibilmente………. 
Ricordo l’addestramento, le manovre invernali sui monti al confine con l’Austria ed il campo estivo ad Asiago, la promozione a caporale con
i soliti cori dei commilitoni). Lo ricordo il Serg. Montalto, con quel suo fare da timido maestrino, sempre inc… per ogni minima stupidata, piccolino, tutto nervi, sempre pronto a urlare dalla sveglia al contrappello. E quel Mar.  Santirocco che non ti mollava una coperta in più neppure se la pagavi, e….. guai a perdere un solo laccio degli anfibi?E quel Cap. Cipriani, appena nominato Cte di cp, dopo essere stato tenente dell’ autosezione, sempre pronto a urlarti “ti faccio morire”?
E quei papaveri di Maggiori ,Colonnelli e Generali che dovevi evitare a distanza per paura che un saluto non perfetto ti facesse perdere una licenza? E finalmente era arrivato il congedo. Mi sarei dimenticato della Naja e la Naja si sarebbe dimenticata di me.

Eccomi Mondo!

Mi attendeva la vita…e poi ….una moglie, due figlie, una carriera da manager, una azienda tutta mia, con impegni, responsabilità, gioie e dolori, alti e bassi ma sempre in piedi e con la voglia di fare sempre cose nuove. Sono passati 35 anni da allora e di strada ne ho fatta molta, a volte in salita, a volte in discesa con esiti a volte positivi, a volte meno positivi. Certo anch’io ho dovuto a volte punire, con una stretta al cuore, qualche piccola disubbidienza delle mie figlie, ma in compenso sono cresciute “sane” e lontane dai pericoli e, con gran senso di responsabilità, sono state “la mia famiglia” anche quando Dio ha voluto con sé mia moglie. Ho dovuto anche rimproverare qualche collaboratore per motivi professionali più o meno gravi, ma la maggior parte di loro oggi è un buon professionista e copre un ruolo importante. Anch’io ho dovuto rispondere nei confronti di altri e quando, da imprenditore, pensavo di non aver più nessuno sopra di me, mi sono trovato comunque con delle responsabilità nei confronti della società. Ci sono dei momenti della vita in cui ci si ritrova a ricordare i tempi andati e, proprio ad un pranzo di famiglia, uno dei miei generi mi parla del servizio prestato alla NEMBO..(che combinazione !)…. ed è così che mi son tornati in mente quei tempi. Chissà quel vecchio maresciallo Santirocco….ci sarà ancora? Ci sarà il suo numero sulle pagine gialle? Si ricorderà ancora di me? ……Provo a telefonare…….. Buongiorno Maresciallo….si ricorda  di me? Certo che sì…..c’è una festa a Marzo….ti aspetto!
E allora cerco Soffia e Santonico, i miei compagni di Naja..caspita si ricordano ancora di me…..partiamo……Santonico non può ma Soffia sì, ci troviamo a Padova, non siamo molto cambiati, siamo ancora i ragazzi del 1°/’69…..via per Gradisca…….raccontandoci, in poche ore, 35 anni di vita.
Ed eccoci arrivati…guarda la Caserma non c’è più…che tristezza…….adesso sono parà e stanno in Toscana…..
E il paese?……..sembra più piccolo…….e poi senza militari sembra deserto!
Eccoci in piazza, riconosciamo Santirocco, ci sono anche due parà venuti apposta ed alcune persone forse ex Nembo. Arriva un “giovanotto” che ci sembra di conoscere……dove lo abbiamo già visto? Ma è Montalto….il sergente….la “mamma”…..timidamente lo salutiamo….si ricorda ancora di noi dopo 35 anni….e una grande emozione ci assale, ci troviamo come stupidi con le lacrime agli occhi stretti in un abbraccio…..con la stessa emozione che provo mentre sto scrivendo.
Ma
allora la Naja non si è dimenticata di me!
Poi la Messa ed il pranzo con poche persone attempate forse vecchi commilitoni……

Le solite parole di rito, i soliti gesti, gli inni…...ma….. guarda….. uno è un Generale,  l’altro un Colonnello e ci parliamo come vecchi amici…..vuoi vedere che i “vecchi Papaveri” sono come noi? E via con le storie di vita….di ricordi….di scherzi…..di punizioni…..!

E
sono pacche sulle spalle, strette di mano e scambi di numeri telefonici, a sera quando ci si saluta con l’improbabile impegno di rivederci presto. Sono passati 35 anni, quante lezioni di vita erano nascoste dietro un ordine scomodo, dietro un rimprovero o  una punizione….tutte lezioni che, oggi me ne  rendo conto, sono servite nella vita di tutti i giorni e allora……. GRAZIE AMICI…… perché quel congedo, tanto atteso, è stato l’esame finale di una scuola il cui voto lo da la vita e se sarai stato promosso o bocciato tu solo lo puoi sapere. Con piacere porto con me la tessera dell’Associazione, è nel mio portafoglio che porto sempre nel taschino interno di sinistra della mia giacca insieme alle cose più care.
Amici Santirocco, Montalto, Cipriani, Graci, Soffia, Dibilio, Cugno e gli altri 1000 e 1000 vestiti di naja, ci rivedremo alla prossima FESTA DEL NEMBO, comunque vi avrò sempre nel cuore perché  rappresentate una  parte importante della mia vita. 

                                                                                   caporale Dario BLASI
                                                                       1°/69 Cp. Cdo S.  Gradisca D’Isonzo

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